Cenni storici - nontantotempofa

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Cenni storici

Terra dei Messapi: il Salento fin dal III secolo a.C. fu dominato dai Messapi, questi provenienti da Creta o dall'Illiria fondarono varie città-stato che avevano come capitale Brindisi. (Valesio, Oria, Nardò, Carovigno, Lecce, Manduria, Rudiae, Ceglie, Gnazia, Latiano, Mesagne, Vaste).

Il primo documento ufficiale dove si parla di San Pietro Vernotico è datato 1107, quando la Contessa Sighelgaita, vedova di Goffredo Conte di Brindisi donò alcune sue terre, con gli affidati compresi, al Casale di San Pietro indicandolo chiaramente tra Brindisi, San Gennaro, Santa Barbara e Tuturano.
Un altro documento risale al 1133 quando il Conte di Lecce, Accardo II, donò al Vescovo pro-tempore di Lecce la Chiesa del Beato Pietro Apostolo, la quale era denominata De Vernotico, insieme con lo stesso Casale ad essa pertinente.
Da qui si deduce che il Casale di San Pietro era sorto attorno alla chiesa di San Pietro e da essa ne prese il nome. Infatti nella attuale Chiesa, dietro la Sagrestia, esiste una sala molto ampia che sicuramente è stata la primitiva cappella di campagna precedente all'attuale Chiesa.
Da non dimenticare la presenza del Pozzo di San Pietro, ormai chiuso da tempo, dove si attingeva l'Acqua ritenuta Prodigiosa per la cura delle donne morsicate dalla "Tarantola".

Le origini del nome San Pietro: si narra che l'Apostolo Pietro nel suo viaggio dall'Oriente per Roma si sia fermato per svernare nei pressi di Brindisi. Seguendo questo racconto tradizionale i Monaci Basiliani (devoti a S. Basilio) tra la fine del VIII secolo e l'inizio del IX costruirono una Cappella dedicata a San Pietro come centro di aggregazione dei gruppi rurali sparsi per le campagne circostanti.

Le origini del nome Vernotico: le ipotesi più plausibili sono quattro:
  1. Durante l'Inverno i pastori delle Murge, dalle colline brulle e spesso coperte di neve, scendevano verso la pianura salentina in cerca di "Pascoli Invernali" per i loro greggi. Questi pascoli erano detti, appunto, "Pabula Vernatica".
  2. Era uso Feudale il "Diritto alla Vernotica" (Jus Vernoticae) secondo cui il signore feudale poteva pascolare col proprio bestiame l'erba vernotica (invernale) nei fondi dei suoi sudditi. Quando il Conte Accardo II donò al Vescovo di Lecce la Chiesa del Beato Pietro Apostolo con il Casale pertinente la denominò De Vernotico per concedere al Vescovo anche il diritto della Vernotica. Il Vescovo già proprietario di un altro Casale di nome San Pietro per distinguerli li chiamò: uno San Pietro in Lama e l'altro San Pietro Jure Vernotico per ricordare che su questo Casale aveva il diritto della Vernotica.
  3. Un'altra ipotesi è che il Casale di San Pietro era per lo più abitato da servi della gleba (dal latino verna-ae "schiavo nato in casa"), che erano legati alla terra e che passavano da un padrone all'altro come erano appunto gli affidati di cui parlava la Contessa Sighelgaita quando donò le sue terre.
  4. Quando il Conte di Lecce Accardo II donò la Chiesa del Beato Pietro Apostolo la denominò  De Vernotico riferito alla sola Chiesa e non al resto del Casale. Forse voleva indicare che la chiesa era stata eretta davanti una Necropoli (vrnoti = tomba). Tutto ciò verrebbe confermato  da un verbale che Monsignor Nicola Caputo, scrisse in occasione di una sua visita pastorale tenuta a San Pietro Vernotico nel 1822 descrivendo il sagrato della chiesa un "cimitero ovato". E anche dal fatto che durante gli scavi per la condotta principale della fogna pubblica furono trovati nella piazza antistante la Chiesa una grande quantità di scheletri umani. Forse, effettivamente, la piazza era stata  una grande  Necropoli  per seppellire un gran numeri di combattenti o vittime di una delle tante epidemie che anticamente flagellavano le popolazioni.

Il Fenomeno della TARANTA
Presso la Chiesa di San Pietro, dove oggi c'e una fontanina pubblica, esisteva il "pozzo di acqua miracolosa". Da esso la gente attingeva l'acqua ritenuta, per intercessione di San Pietro Apostolo, miracolosa per calmare o guarire gli effetti del morso della Tarantola (ragno presente nelle campagne salentine e molto attivo nei mesi estivi).

La "Torre Quadra"
Fu eretta nel 1380 (la data è incisa sulla volta principale) dal Vescovo feudatario come sede baronale e per difesa da incursioni nemiche. La Torre, infatti, in origine era circondata da un fossato munito di un ponte levatoio. Ancora oggi, proprio ai piedi della torre, si può vedere un massiccio blocco di pietra che sarebbe l'unico rimasto di quelli cui poggiava il ponte.
Dove oggi è edificato il palazzo dell'antico Municipio  sorgevano i Molini Baronali. Così, ben presto, intorno alla Torre si formò il nuovo centro di vita sociale del paese che prima ruotava intorno alla Chiesa di San Pietro. Per questo fu costruita (presumibilmente nei primi decenni del 1400) una nuova Chiesa  "Chiesa Madre" che pian piano acquistò maggiore rilevanza sull'antica Chiesa di San Pietro.
 
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