Lavoro - nontantotempofa

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Lavoro

I nonni raccontano
Quasi tutti lavoravano nei campi per coltivare la terra. Si lavorava molto a  forza di braccia e si usavano: zappe, bidenti (strumento agricolo a forma di zappa con due denti), forconi, falci e falcetti. Per arare o per il trasporto dei prodotto, chi poteva, usava i buoi o i muli.
C'era anche chi faceva altri mestieri come: falegnami, fabbri, maniscalchi, muratori, arrotini, ombrellai, conciatori di cocci e porcellane, rattoppatori di caldai (grossa pentola per far bollire liquidi). C'era anche il bottaio (costruttore o riparatore di botti), il cazolaio, il mugnaio, il castrino (addetto alla castratura degli animali), il sediario, lo spazzacamino, il carbonaro, il barbiere, il macellaio, guardiani di pecore e di maiali.
Le donne erano per lo più casalinghe, sarte, ricamatrici, bustaie che confezionavano i corpetti, cuoche che andavano a cucinare a casa d'altri in occasioni di matrimoni, comunioni, cresime e altre ricorrenze.
In Estate si lavoravano i campi, invece in Inverno si preparavano gli attrezzi per lavorare i campi in Estate.
C'era LU PATRUNU (il padrone proprietario dei terreni), LU FATTORE ( che sceglieva gli operai che dovevano lavorare,  controllava se il lavoro veniva fatto bene ed era l'unico che poteva parlare col  proprietario. Poi c'era LU CAPURALE (che era l'operaio più anziano e comandava tutti gli altri operai) e la moglie, che in alcuni paesi veniva chiamata VERGARA, aveva le chiavi della cantina e accudiva i bambini quando le donne lavoravano nei campi.
Di solito gli operai erano sempre gli stessi; quando arrivava il periodo del raccolto (vendemmia, mietitura ecc.) il lavoro aumentava e quindi si chiamavano altri operai (STAGIONALI) che venivano anche dai paesi vicini e per risparmiare dormivano a terra per le strade o negli stessi campi e mangiavano solo pane o quello che gli offriva la moglie del Capoccia.
 
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